Dreamwave, synthwave, new retro wave, vaporwave…  non è facile orientarsi nel labirinto dei sotto-generi “wave”, che negli ultimi anni si sono affermati nell’universo mutevole della musica elettronica.

Per quanto spesso le etichette siano vane rispetto alla complessità reale e nella maggior parte dei casi inventate per il diletto di nerd musicofili che, come il sottoscritto, amano elucubrare sui significati ultimi del  gusto musicale, resta innegabile che la parola dreamwave nelle sue infinite varianti descriva bene un fenomeno musicale underground, che ha come denominatore comune la passione per le atmosfere sognanti e spiccatamente sintetiche di certa produzione musicale anni ’80 e primi anni ’90.

Per farsi un’idea del fenomeno si possono ascoltare  i Timecop1983, i Miami Nights ‘84, Com Truise, Perturbator. Solo per citarne alcuni.

Sonorità che celebrano apertamente l’estetica degli anni di Rocky e Miami Vice, delle BMX e dei Goonies, di Reagan e Gorbaciov. Il tutto però riproposto sotto una diversa prospettiva. A fare la differenza sono innanzitutto gli strumenti: anche se sembrano suonare come una band presa da un film di Carpenter, nella maggior parte dei casi si tratta di singoli produttori che lavorano in solitudine con il computer, recuperando i synth 8-bit dell’epoca o con software che ne simulino la sonorità spiccatamente sintetica.

Insomma nulla di nuovo sotto il sole, sembrerà alle orecchie degli ascoltatori meno attenti, ben consapevoli del fatto che “retromania” sia la parola chiave in grado di descrivere la sensibilità post-moderna e in particolare buona parte della produzione musicale degli ultimi 30 anni.

Il gusto è quasi sempre questione di nostalgia, non solo nella nostra epoca, ma il caso della synthwave rappresenta una “nostalgia sintetica”  alquanto peculiare (come spiega bene Christian Caliando in questo interessante articolo ), un amarcord della propria infanzia trasfigurato in salsa electro.

L’operazione di recupero, che questo sotto-genere musicale mette in atto, parte infatti proprio dal lato più onirico  di quell’epoca: riprende quei synth dal suono così artificiale da essere psichedelico, quelle voci mixate con riverberi e chorus a profusione, quel gusto un po’ ingenuo ma così rassicurante da essere la culla perfetta per i sogni quieti di tutti.

I producer dreamwave amano infatti giocare con le atmosfere oniriche delle colonne sonore ’80’s e con svariate tracce di artisti dell’epoca, dai Tears for Fear a Marvin Gaye passando per Michael Jackson e Vangelis. Artisti dagli stili diversi ma accomunati da produzioni “vaporose” e sintetiche. Se si spulcia nei campioni utilizzati nella dreamwave si faranno scoperte curiose: vi sareste mai aspettati che un pezzo quale Africa dei Toto sarebbe stata l’ispirazione per i trip elettronici in stile Blank Banshee?

Svuotando di contenuto ogni cosa gli anni ’80 hanno forse liberato definitivamente la possibilità di sognare.

Playlist Musica Dreamwave

Per cercare di orientarsi tra le varie correnti di questo sottogenere musicale, ecco una prima selezione di brani da ascoltare come riferimento per lo stle Dreamwave.

Selezione di musica Vaporwave

Tra i vari sottogeneri Synthwave, negli ultimi anni si è affermato in particolare il fenomeno Vaporwave che, pur restando in questo contesto, si differenzia per essere spiccatamente più chillwave e contaminato da sottogeneri della musica dance indipendente. Insomma i riferimenti alla cultura pop anni ’80 in questo caso sono meno evidenti ma l’atmosfera onirica è ancora più spiccata e portata alle estreme conseguenze. Per il mio gusto personale è, tra i fenomeni musicali citati, quello più interessante.

Si respirano qui atmosfere retro-futuriste, si vaga tra i personaggi malinconici e sentimentali di Blade Runner. Tanti campionamenti di musica lounge e synth-pop spesso rallentati o pesantemente effettati in maniera “chopped & screwed”

Alla nostalgia per quell’epoca si unisce però anche una sorta di caricatura critica, che vede negli anni ’80 e ’90 il simbolo di un consumismo ingenuo, vuoto e spensierato.

Trai capostipiti del genere si segnala l’album Far Side Virtual (2011) di James Ferraro ma i miei preferiti sono

  • l’album 新しい日の誕生 dei giapponesi 2814 
  • l’album  Blank Banshee 0 del produttore canade Blank Banshee

Documentario sulla Vaporwave

Un breve ma interessante documentario in italiano sul fenomeno e l’estetica Vaporwave.

I sample della Vaporwave

Questa playlist Spotify vi farà scoprire alcune tracce della musica pop anni ’90 che hanno ispirato le atmosfere vaporwave e sono state rielaborate dalla tecnologia attuale per dare vita alle sonorità vaporwave.

<iframe src="https://open.spotify.com/embed/user/gotzon131/playlist/0WacgKSesn71HvJCtrD7Hd" width="380" height="600" frameborder="0" allowtransparency="true"></iframe><!-- [et_pb_line_break_holder] -->

L’arte e la grafica Vaporwave

Non solo musica. L’estetica Vaporwave ha manifestazioni anche nell’ambito della grafica e del video.

Predilezione assoluta per i colori fluo (in particolare viola e fucsia) tanto in voga negli anni ’80, recuperati, come nel caso della musica, in chiave onirica e psichedelica.

Nell’arte vaporwave è inoltre largamente utilizzata la tecnica del collage per realizzare immagini, video e gif. Molti anche riferimenti alla cultura giapponese di fine millennio. Ecco qualche esempio.