Unity, il famoso game engine, potrebbe richiedere una “tassa” agli sviluppatori in base alla quantità di giochi venduti e questo ha suscitato molto scalpore.

In questo momento Noi dovremmo essere impegnati a scrivere articoli come “le 10 lamentele più assurde sull’uso dei pronomi in Starfield” o qualcos’altro che giustifichi le centinaia di ore che stiamo passando su quel gioco invece di lavorare veramente, ma Umity a quanto pare ha deciso che noi non meritiamo di vivere tranquilli e quindi questa settimana ha fatto un passo verso il fallimento che ci ha costretto a interrompere tutto e concentrarsi su quello che succede nel mondo reale (in cui non possiamo sparare alla gente e quindi è, oggettivamente, meno interessante n.d.r.).

In questo articolo vediamo di mettere assieme tutto quello che è successo nell’ultima settimana e come le cose potrebbero cambiare per l’industria del gioco di ruolo dopo l’annuncio delle “tasse di utilizzo” sul motore di gioco.

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cosa è successo con Unity?

A partire da gennaio 2024, la Unity inizierà ad addebitare quella che chiama una “Unity Runtime Fee” (“tariffa per il tempo di utilizzo di Unity” n.d.t.) basata sul numero di utenti che installeranno giochi basati sul loro motore di gioco, che è ampiamente utilizzato ad ogni livello dell’industria videoludica. A quanto dovrebbe ammontare esattamente questa tariffa dipenderà dal numero di copie vendute e dallo specifico tipo di licenza Unity che lo sviluppatore sta utilizzando, ma in linea generale stiamo parlando di qualche decina di centesimi a copia installata. Detto in questo modo potrebbe sembrare una cifra irrisoria, ma dovete considerare che, ha anche all’interno del mercato Tripla A, il ricavo effettivo per singola copia non è così alto come vi potreste aspettare e, per quanto riguarda il mercato indipendente, molto spesso i ricavi coprono a malapena le spese di produzione. Inutile quindi dire che da parte dell’Industria la notizia non è stata presa affatto in maniera gradita, soprattutto da tutte quelle case che avevano già in produzione giochi basati sul motore Unity, magari da anni, che hanno ricevuto questa notizia improvvisa che ha fatto saltare del tutto i loro piani di monetizzazione sul gioco che stavano producendo.

perché introdurre questa tariffa?

Per quanto dichiarato dalla ditta il motivo di questo improvviso rincaro è dovuto ai costi di mantenimento di un particolare eseguibile interno al motore, l’ “Unity Runtime”, un programma che viene scaricato assieme a qualunque gioco utilizzi Unity come engine E che permette al gioco di adattarsi alla configurazione specifica della macchina su cui viene installato. Finora Unity non aveva mai addebitato gli sviluppatori un costo per l’utilizzo di questo specifico software, ma per via della costante evoluzione dell’hardware, soprattutto per quello che riguarda le macchine da Gaming, l’Unity Runtime richiederebbe da parte della ditta un continuo lavoro di ottimizzazione il cui costo apparentemente è diventato troppo alto per poter essere coperto dai diritti di licenza che gli sviluppatori già pagavano per l’uso del motore.

 
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La polemica è sorta non tanto perché gli sviluppatori non vogliono pagare, nel caso esistono Game Engine gratuiti anche molto diffusi, ma perché questa è solo l’ultima di una serie di scelte economiche che Unity ha fatto negli ultimi anni che hanno già impattato fortemente sui guadagni delle case di sviluppo e, di conseguenza, anche sui costi dei giochi al pubblico perché ovviamente gli sviluppatori devono rientrare delle loro spese e lo faranno aumentando il prezzo dei giochi prodotti. C’è anche chi ha fatto notare che, pochi giorni prima che Unity desse ufficialmente la notizia tramite i suoi social, sono state rilasciate molte azioni della ditta sul mercato a quanto pare proprio da parte del CEO John Riccitiello e da altri membri della dirigenza che sicuramente erano informati di quello che stava per succedere, come se si aspettassero che questa scelta di monetizzazione portasse dei risvolti negativi per la loro stessa ditta (sottolineiamo scelta che loro stessi hanno approvato).

Una delle critiche più grosse e la scelta che è stata fatta sul modo di monetizzare questa nuova tariffa che si baserà sul numero di installazioni che verrà fatto dello specifico gioco.

Cercando di spiegarla nella maniera più semplice possibile: Voi comprate un gioco in Unity e lo installate sulla vostra macchina, il software rileverà questa installazione manderà la segnalazione a Unity che quindi abdeviterà la tariffa allo sviluppatore di quel gioco. Diciamo però che il modo in cui il gioco gira sul vostro computer non vi soddisfa quindi lo disinstallate in attesa di fare un upgrade dal vostro Hardware e quindi, qualche mese più tardi dopo aver speso metà dello stipendio in una nuova scheda grafica, decidete di reinstallare il gioco ora che potete godervelo pienamente. Il software ovviamente rileverà l’installazione e addebiterà la tariffa allo sviluppatore, ma voi il gioco non lo avete ripagato lo avete semplicemente reinstallato e questo processo avverrà per ogni nuova installazione che farete, magari una volta che avete il gioco su Steam lo installate su due o tre computer diversi o semplicemente per evitare di occupare spazio sul disco inutilmente una volta finita una Run lo disinstallate per poi reinstallarlo quando avete voglia di fare un’altra partita. Ognuna di queste installazioni verrà monetizzata indipendentemente e quindi tassata. Tutto questo danno per scontato che voi siate tutta gente onesta e il gioco non l’abbiate piratato, perché in quel caso la tariffa verrà comunque addebitata, ma voi non avrete mai dato nulla allo sviluppatore Ottenendo il caso paradossale che la casa di sviluppo sarebbe pagando voi per giocare al suo stesso gioco. Unity ovviamente ha detto che sono state intraprese delle procedure per evitare che cose di questo genere accadano, ma queste procedure saranno gestite dalla ditta stessa e il loro specifico funzionamento è, almeno per ora, considerato un loro segreto industriale, cosa di per sé è legittima, ma che nella pratica vuol dire che una volta che una casa di sviluppo ha acquistato la licenza del motore per un loro gioco gli unici che potranno dire quante volte quel gioco è stato installato saranno gli stessi che guadagneranno dal numero delle installazioni, portando il tutto in una zona grigia in cui molti sviluppatori, soprattutto tra quelli indipendenti che hanno quindi meno potere d’azione, non sono assolutamente intenzionati ad andare ad avventurarsi.

Molte case di produzione hanno già dato un loro feedback estremamente negativo su tutto questo e girano voci su vari giochi che attualmente erano in sviluppo proprio sotto il motore Unity che sono stati sospesi o del tutto cancellati. La cosa è sicuramente verosimile ma per ora noi non abbiamo notizie certe quindi non possiamo dirvi se il gioco che stavate stanco aspettando sarà rimandato o meno. Quello che è certo è che questo porterà a una significativa riduzione dell’uso del motore in tutta l’industria e probabilmente lo farà del tutto sparire Dal circuito indipendente (cosa che visto le precedenti politiche economiche della stessa Unity stava già avvenendo in realtà). Cosa questo comporterà per l’intera industria nei prossimi anni è difficile da prevedere, ma sicuramente questa scelta avrà delle conseguenze che, inesorabilmente, si ripercuoteranno su chi giochi è intenzionato a comprarli.