Thrive, per certi versi è più di un semplice gioco indie, ma la dimostrazione che quando un progetto è realmente interessante in un modo o nell’altro verrà realizzato.

Thrive a prima vista potrebbe sembrare un clone di Spore, il celebre gioco di Maxis, nato sull’onda del revival che sta attraversando il mondo dei videogiochi indipendenti negli ultimi anni. In realtà invece si tratta di un progetto indipendente sviluppato in maniera praticamente amatoriale nell’arco di più 10 anni.

l’idea alla base del gioco è quella di prendere il controllo di una forma di vita aliena e svilupparla attraverso tutte le fasi del suo sviluppo, partendo da un organismo unicellulare all’inizio della storia evolutiva del suo pianete fino a farla diventare una potente civiltà dell’era spaziale. Ognuna delle fasi dello sviluppo del nostro alieno sarà una diversa fase del gioco, di difficoltà crescente, che dovremo superare progressivamente.

La prima parte del gioco, la modalità unicellulare, è disponibile per PC, Mac e Linux e, da questa settimana, la seconda fase dovrebbe entrare in open beta.

Thrive può essere regolarmente acquistato su Steam e su Itch.io, se volete contribuire allo sviluppo delle prossime fasi del gioco, ma per precisa volontà degli sviluppatori è disponibile anche una versione gratuita che può essere scaricata da Github.

Cos’è Thrive?

Thrive è un gioco che possimo tranquillamente inserire nella categoria dei dei Simulatori, anche se è possibile che nei suoi successivi sviluppi verranno introdotti anche elementi gestionali. Il suo obiettivo dichiarato è quello di permetterci di controllare lo sviluppo di una specie aliena dalla nascita della vita sul loro pianeta fino al loro progresso fino a una prospera civiltà spaziale.
Nel momento in cui scriviamo è disponibile solo la prima fase quella unicellulare, Anche se questa settimana (16/4 2022 n.d.r.) dovrebbe essere rilasciata pubblicamente la prima release della seconda fase quella pluricellulare.
Durante la fase unicellulare il nostro principale scopo sarà quello di gironzolare per gli oceani primordiali e guadagnare punti evoluzione che ci permetteranno di acquistare nuovi organelli per la nostra cellula rendendola progressivamente più efficiente è in grado di prosperare nell’ambiente (“Thrive” significa proprio “Prosperare” n.d.r.).

Ogni volta che ci evolveremo avremo anche la possibilità di spostarci in una zona diversa dei mari primordiali ognuna con le sue specifiche caratteristiche, dal fondo dell’oceano con i suoi vulcani sottomarini che rendono l’ambiente più ricco di sostanze chimiche di cui potremmo nutrirci, fino alla superficie ricca di luce solare che ci permetterà di sintetizzare glucosio tramite la fotosintesi.
Non staremo sicuramente da soli nei mari primordiali, anzi, man mano che procederemo con le nostre successive evoluzioni, attorno a noi cominceranno a svilupparsi altre forme di vita contro cui dovremo competere, sia per le risorse, sia in maniera molto più letterale dato che noi stessi potremmo diventare la loro principale fonte di nutrimento. Thrive gestisce queste altre creature tramite un algoritmo che simula l’evoluzione darwiniana, quindi a ogni ciclo del gioco la varie altre forme di vita guadagneranno mutazioni casuali che potrebbero renderle più o meno adatte all’ambiente e quindi più o meno facili per noi da predare (o più o meno brave a predare NOI…). Questo fa si che ogni run sia a tutti gli effetti unica e ci costringerà a cambiare di volta in volta la nostra strategia in base all’ambiente in cui verremo a trovarci.

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Quindi Thrive è un clone di Spore?

Per quanto detto fin ora potrebbe sembrare che Thrive non sia altro che un clone di Spore e sicuramente esistono delle notevoli somiglianze tra i due titoli, ma, per restare in tema, sarebbe più corretto dire che Thrive sia una vera e propria evoluzione del gioco di Maxis. Se Spore si concentrò molto sul rendere i nostri alieni “carini” e a mantenere il gameplay molto semplice per orientarsi verso un pubblico molto giovane, Thrive si rivolge a un pubblico più maturo e, per quanto il gameplay non sia affatto stato trascurato, uno dei punti cardine del suo sviluppo è quello di renderlo il più scientificamente accurato possibile. In Thrive le nostre cellule sembreranno cellule, non dei blob con gli occhi dolci e tutti i potenziamenti che potremo acquistare saranno funzioni cellulari reali.

Sotto questo punto di vista Thrive potrebbe essere utilizzato anche come strumento per insegnare i principi base dell’evoluzione della biologia ai ragazzi, anche se la lezione più importante che il gioco potrebbe insegnare loro è che sopravvivere all’inesorabile selezione naturale non è affatto facile! Le vostre prime run, soprattutto se avete già giocato a Spore e vi aspettate un’esperienza analoga, probabilmente saranno frustranti e potreste di colpo scoprire che avete commesso un errore tre o quattro evoluzioni fa che ora vi ha condannato a un imbuto evolutivo da cui non potete più uscire e, se a questo si aggiunge una mutazione casuale in un’altra creatura che le dà un netto vantaggio su di voi, potreste scoprire in prima persona come ci si sente a essere un uccello Dodo…

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