Resident Evil Village: Shadows of Rose vede la titolare Rose rivisitare il villaggio in cui suo padre si è scatenato per salvarla, i dettagli su come e perché non sono in definitiva importanti, così eviteremo gli spoiler, anche perché Rose non è lì di persona, ma piuttosto esplora i ricordi del luogo usando le sue peculiari abilità. Definire Resident Evil verosimile o simuativo sarebbe sbagliato, ma poiché Rose sta esplorando i ricordi anziché un luogo reale, ci sono opportunità per creare un’esperienza più onirica e in definitiva ancora più strana rispetto ai giochi passati. Rose salta immediatamente da un luogo all’altro in base alla storia e un’ambientazione già incerta diventa ancora più imprevedibile e questo non fa altro che rendere il gioco ancora più spaventoso, forse anche perché ritorneremo a muovere il nostro Avatar da una visuale di spalle a tre quarti, quella tipica dei titoli precedenti, ma che era stata abbandonata in Village a favore di una visione in prima persona.
Lady Dimitrescu purtroppo non fa la sua comparsa nel gioco, ma esplorare di nuovo il suo castello (con molti percorsi bloccati e porte chiuse) è una esperienza comunque spaventosa, soprattutto con le abilità di Rose: la ragazza infatti può usare una pistola e un fucile, ma non è una combattente particolarmente abile. Alla fine usa le sue abilità principalmente per rallentare i nemici, il che funziona bene con la nuova visuale, in quanto ci consente di concentrare colpi alla testa con più facilità. L’uso principale dei suoi poteri, tuttavia, è che può distruggere i fiori con viticci tentacolari che hanno infettato il castello dopo la nosta ultima visita. oltre a sparare a creature di muffa (e con munizioni limitate n.d.r.), dovremo risolvere anche dei puzzle ambientali per capire come raggiungere questi fiori per aprire nuove strade.

Rose fa visita anche a House Beneviento, che è il luogo in cui si concentrano i momenti più genuinamente terrificanti del Village (e forse di tutti i Resident Evil n.d.r.), non sorprende che questa sia la parte più spaventosa e interessante del DLC. Rose dovrà risolvere enigmi senza il suo inventario, come ha fatto suo padre prima di lei, e incontrerà bambole che si muovono solo quando non li guardi. questi manichini non avrebbero senso in un tipico Resident Evil, ma in questo mondo onirico funzionano benissimo e diventano uno dei nemici più terrificanti della serie.
Analizzare più di questo però porterebbe inevitabilmente a fare spoiler sulla storia che potrebbero rovinarla, quindi in questo articolo ci fermeremo qui. Ci sembra però giusto specificare che nulla di quello che accadrà in questo DLC sarà così fondamentale per il proseguimento della trama generale della serie o anche solo per poter comprendere il titolo principale, ma ci è piaciuto imparare di più su Rose, rivisitare i luoghi di Village con una nuova prospettiva (sia letteralmente che figurativamente n.d.r.) e ottenere più contesto sul suo ruolo nell’universo. Considerando la sua potenziale importanza in futuro, si può dire che Shadows of Rose sia un’esperienza degna di essere giocata sopratutto in vista di titoli successivi, ma probabilmente non rientra nella categoria dei titoli imperdibili, nemmeno all’interno della sua serie. Per chi invece cerca qualcosa di più astratto e incentrato sull’orrore onirico nel mondo di Resident Evil però vale sicuramente la pena esplorare Shadows of Rose.
