Quali sono stati i peggiori giochi del 2018?
Qui in redazione la discussione su quali fossero i migliori giochi del 2018 è stata accesa, tanto che alla fine si è deciso di stilare liste separate per ciascun redattore, ma su quali fossero i peggiori non ci sono stati grossi dubbi!
Di porcheria quest’anno ne è uscita parecchia, quindi ecco per voi non i 5, ma i 10 peggiori titoli usciti nel 2018.
I nostri gusti potrebbero comunque essere diversi dai vostri, dopotutto alcuni di questi titoli hanno venduto bene, quindi per onestà intellettuale vi abbiamo comunque inserito i link per acquistare o scaricare direttamente i giochi nel caso vi abbiano incuriosito e vogliate provarli in prima persona (ma poi non dite che non vi avevamo avvisati).
10° CLASSIFICATO – The Forest

Sicuramente il migliore… di questa lista. Il gioco è un survival horror che purtroppo fallisce nel suo intento.
La parte survival è estremamente semplice anche a difficoltà massima, questo perché procurarsi cibo e acqua è semplice a causa di bug, scarsa intelligenza artificiale per quanto riguarda gli animali e una mappa estremamente generosa. Sì perché in the forest ci si deve preoccupare solo di fame, sete e mob. E’ presente anche il freddo ma trovandosi in una minuscola porzione della mappa non viene preso in considerazione dalla maggior parte dei player.
L’elemento horror è presente sottoforma di jumpscare. Dopo pochi minuti di gioco i “mostri” diventano più una seccatura che un qualcosa di cui veramente preoccuparsi. Il gioco al lancio era ingiocabile ma col tempo è estremamente migliorato dalla grafica alla risoluzione dei bug più gravi, purtroppo però molti errori sono rimasti e l’intelligenza artificiale non offre un grado di sfida adeguato e risulta estremamente facile aggirare gli scontri o sfruttare gli impedimenti degli avversari.
Dopo più di 5 anni di sviluppo ci saremmo aspettati un gioco che offrisse più di questo.
The Forest non è disponibile su Amazon
9° Classificato – SUPER SEDUCER

La realtà è che questo titolo, prodotto dalla sconosciuta RLR Training Inc., in questa lista non dovrebbe proprio starci.
Non si tratta di un videogioco o almeno non di un’esperienza videoludica come siamo abituati a considerarla, ma più che altro di un corso di seduzione interattivo basato sull’esperienza di un dating coach londinese, Richard La Ruina, che ha voluto trasformare uno dei suoi “corsi di rimorchio” in qualcosa che ha vaghe somiglianze con i Dating Simulator.
Se avessero pubblicizzato il titolo sul mercato come un corso di seduzione non avremmo avuto nulla da ridire, ma dato che il titolo è stato markettizzato come videogioco a questo punto rientra nelle nostre competenze e noi non possiamo far altro che dire che il gameplay è scialbo, la narrazione è incoerente ed abbiamo anche dubbi sulla verosimiglianza delle situazioni presentate nel gioco.
Se avete bisogno di consigli su come abbordare le ragazze potrebbe fare per voi (onestamente dubitiamo anche di questo aspetto), ma se vi aspettate di trovarvi davanti un vero videogioco rimarrete delusi.
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8° classificato – We Happy Few

We Happy Few nel 2016 sembrava essere il survival che tutti volevano, con dinamiche innovative, una mappa di gioco procedurale, un open world ogni volta da riscoprire e a cui adattarsi, una trama fuori di testa e la giusta quantità di gore.
Nel 2018 le speranze sono state distrutte trasformando il titolo in un videogioco d’avventura. I fan durante l’intero periodo di accesso anticipato hanno fatto pressione per ottenere informazioni riguardo la trama e per venire incontro all’utenza il videogioco si è così trasformato rispetto al progetto iniziale. Il gioco survival che molti volevano ora non c’è più. Al suo posto abbiamo un’avventura che si basa su missioni primarie e secondarie, l’elemento survival è rimasto solo come contaminazione e non come elemento principale tanto che ignorarlo è possibile. L’elemento procedurale della mappa è presente solo tra gli atti della storia. E’ una bella avventura dinamica, il reparto artistico è notevole ma ha importanti problemi che riguardano hitbox, intelligenza artificiale, l’esclusiva presenza di armi da mischia o da lancio e un’ottimizzazione non molto curata.
Probabilmente la più grande colpa di questo gioco è stata non rimanere fedele a se stesso.
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7° classificato – H1z1

H1Z1 è sicuramente il titolo di cui si può parlare meno in questa classifica perché è estremamente scialbo.
La grafica è nella media (per un gioco del 2012), le textures sono bruttine, le animazioni sono terribili e il gameplay è un copia e incolla di quello di tutti gli altri battle royale venuti prima di lui non riuscendo a emergere per nessun motivo.
Quello di cui si può parlare è la sua storia, il gioco esce ad accesso anticipato con due prezzi: venti e quaranta euro che semplicemente differiscono per i contenuti aggiuntivi. Il gioco al momento dell’uscita, rimandata almeno una dozzina di volte, diventa free-to play e i giocatori che hanno investito nel gioco non sono stati nemmeno ringraziati per il supporto o qualunque altra cosa.
Il gioco ora ha pochi giocatori attivi, vanta un buon numero di bug ed è frustrante a causa dell’estrema facilità con cui si può essere eliminati dalla partita.
The Forest e disponibile gratuitamente su Amazon
6° classificato – the Quiet Man

Se Super Seducer è un simpatico videocorso camuffato da videogioco che permette all’utente di divertirsi, The quiet man è un brutto film camuffato da videogioco con il solo scopo di annoiare a morte il malcapitato.
The Quiet Man è un’altra avventura dinamica che fallisce sotto ogni aspetto possibile. Il tema della sordità è affrontato in modo grottesco, l’utente non è minimamente stimolato dagli eventi o dai luoghi in cui viene condotto da una trama confusa e per nulla ispirata.
Le fasi di combattimento sono addirittura peggio della componente narrativa: consistono nello spammare il tasto che permette di attaccare per eliminare degli npc, uno identico all’altro, con gli stessi moveset e un’intelligenza artificiale che fa pena.
Per quanto riguarda il comparto artistico possiamo notare un pesante anonimato, le musiche non sono adatte al titolo, gli ambienti e il caracter design sono privi di mordente. Anche tecnicamente il gioco è pessimo. I giochi di luce e ombra sono fatti male, le animazioni sono imbarazzanti e muoversi all’interno dello spazio di gioco è una tortura a causa di un level design mal pensato e delle hitbox non curate.
Il suo fallimento è però sotto gli occhi di tutti, nessuna recensione è stata clemente.
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5° classificato – Sea of Thieves

La Rare ha cominciato a sviluppare questo gioco nel il 2014 con l’idea di creare un Open World, multigiocatore, multipiattaforma e basato sull’Unreal Engine 4.
Se questi presupposti non fossero abbastanza aggiungiamoci anche che il gioco ha un’atmosfera caraibica in cui potremmo far navigare galeoni vestendo i panni violenti e ubriachi di una ciurma pirata insieme ai nostri amici.
Cosa si potrebbe desiderare di più da un videogioco?
Per esempio che ci fosse effettivamente qualcosa da fare insieme ai nostri amici sui galeoni …
L’intero gioco si riduce a un farming compulsivo: accetta una missione, naviga fino a un’isola, uccidi gli scheletri, consegna la missione, ripeti …
Salire di livello permetterà di sbloccare nuovi equipaggiamenti, con cui si faranno missioni più difficili, con cui si salirà di livello, con cui si sbloccheranno nuovi equipaggiamenti in un ciclo infinito.
Dal primo livello al cinquantesimo ci troveremo a uccidere sempre gli stessi scheletri sempre allo stesso modo.
Per quanto le premesse fossero ottime, la Rare in questo caso ha peccato di mancanza di immaginazione e ha reso uno dei titoli dalle grandi potenzialità un’esperienza frustrante e noiosa.
Sea of Thieves è disponibile su Amazon
4° classificato – AGONY

Il 2018 è forse l’anno delle aspettative spezzate ed Agony è il titolo che più rappresenta questo aspetto.
Sembrava l’horror definitivo, tantissimi lo hanno supportato in kickstarter e pochissimi si sono poi trovati soddisfatti sul medio lungo periodo.
Agony porta l’utente all’inferno, in un ambiente fatto di carne, sangue e ossa, in cui le uniche cose che si possono fare sono tentare di nascondersi e fuggire dai demoni. Detto così sembra un’ottima premessa per un videogioco horror. Ma qui casca l’asino, o per rimanere a tema il dhenuka.
I primi ambienti di gioco appaiono gloriosamente spaventosi, con strutture artisticamente affascinanti e un atmosfera cupa, dopo però pochi minuti di gioco Agony fa cadere la maschera e rivela l’identità di un gioco che in non sembra essere stato realmente concluso. I modelli degli npc non sono tutti curati allo stesso modo, vi sono pesantissimi bug che non permettono di giocare, gli ambienti smettono di essere cupi e diventano pigramente bui, non rendendo possibile vedere a cosa si stia giocando. La storia non è chiara nemmeno a chi il gioco lo ha finito più volte, i documenti che permettono di leggere la lore del gioco sono stati scritti in un modo decisamente non consono all’ambiente.
Il gioco è piatto, il gameplay è ridotto a un muoversi per le zone raccogliendo oggetti che permettono di andare nella stanza successiva e ripetere il meccanismo. Il comparto stealth che dovrebbe fare da padrone è fatto male trasformando il gioco in un walking simulator che tenta di essere furtivo come una serie di fuochi d’artificio.
Un vero peccato perché il gioco poteva sicuramente essere uno tra i migliori di questo anno.
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3° classificato – Kingdom Come: Deliverance

La storia di Deliverance comincia quasi 10 anni fa quando Daniel Vávra, appena uscito dallo sviluppo del pregevolissimo Mafia II decide di mettersi in proprio e fondare la sua casa di sviluppo, la Warhorse, per dedicarsi a un nuovo gioco dal concept particolare: un GDR effettivamente medioevale, niente draghi e sotterrane per Kingdom Come, ma accuratezza e ricostruzione del contesto storico!
Nel 2014 lancia un kikstarter da cui raccoglie ben 2 milioni di dollari (DUE MILIONI!) promettendo un titolo openword che avrebbe dovuto essere negli intenti un vero e proprio “simulatore di vita medievale”.
sorpresa sorpresa, nel medioevo la vita faceva parecchio schifo!
La natura ultra simulazionista del gioco lo rende davvero frustrante, molto spesso anche compiere le azioni più banali richiede un enorme perdita di tempo e un livello di abilità da parte del giocatore ingiustificato (e non vi sognate di scassinare una serratura se non avete almeno una decina di ore di esperienza solo in quello).
Il mondo è sicuramente aperto è molto vasto, ma popolato da personaggi che rimangono fermi impalati a ripetere sempre le stesse 4 frasi e i comandi in combattimento fanno in modo che tu, più che eseguire gli attacchi, possa solo caldamente suggerirli.
Per quanto nella teoria il gioco lasci la possibilità di esplorare il mondo liberamente e di intraprendere qualsiasi azione ci sembra migliore in quel momento, nella pratica più ci si allontana dal sentiero già tracciato della la trama principale più l’esperienza diventerà frustrante e i bug cominceranno a farsi sentire.
Anche dal punto di vista tecnico il gioco è molto deludente con tempi di caricamento Infiniti, prestazioni scarse indipendentemente alla potenza della macchina su cui gira è una sconcertante tendenza a corrompere i salvataggi.
A meno che non siate realmente interessati al ultra realismo storico questo titolo non fa per voi.
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2° classificato – Pathfinder: Kingmaker

Questo gioco, sviluppato da Owlcat Game sarebbe benissimo potuto essere il peggiore dell’anno se non fosse poco conosciuto al di fuori degli appassionati dei GDR isometrici.
Pathfinder: Kingmaker si è presentato come il Baldur’s Gate della nuova generazione. E ha miseramente fallito!
La Owlcat Game ha passato oltre 12 anni a lavorare sul motore del gioco (DODICI ANNI, su console sono passate due generazioni) ha acquisito dalla Paizo i diritti di sfruttamento del GDR cartaceo Pathfinder, considerato un vero e proprio colosso della sua industria, poi ha lanciato un Kickstarter per raccimolare un budget che, a detta loro, serviva ad espandere in gioco già in sviluppo, non a produrlo, solo ad espanderlo da cui hanno ricavato 900.000 (NOVECENTOMILA!) dollari e per concludere si sono anche assicurati la collaborazione di Avellone, uno dei nomi più grandi nel mondo dei GDR isometrici.
Avrebbe avuto tutte le carte in regola per essere un capolavoro indiscusso!
Invece ci siamo trovati davanti a una brutta copia di Pillars of Eternity: l’interfaccia è virtualmente identica (per non dire spudoratamente copiata!), ma con uno stile più scilabo e con una mappa infestata da asset riciclati ovunque.
La trama non decolla fino all’endgame, il che potrebbe significare passare 20 o 30 ore di noia relativa a girare per la mappa prima che le cose si facciano interessanti.
Non sarebbe una tragedia se quelle ore non le passassimo a lottare contro i bug del gioco che potrebbe decretare il reset delle abilità dei nostri personaggi, l’impossibilità di impartire comandi ai companion e al vederci craschare il gioco in faccia con relativa corruzione del salvataggio.
Al lancio la situazione era così tragica che non si poteva concludere il gioco a causa di un loop nelle quest che impediva di portare a termine la missione principale.
Magari con un annetto di patch sulle spalle il gioco potrebbe arrivare a rispettare le aspettative, ma per ora è meglio lasciare stare.
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1° classificato – Fallout 76

L’ultimo posto della lista non poteva che andare al re incontrastato dei flop del 2018 Fallout 76.
Bethesda Game Studios ha prodotto un titolo che non può definirsi un GDR non può definirsi un Action e non può definirsi un MMO. Il gioco è pensato per il multiplayer, ma non è possibile condividere le proprie missioni con gli amici con cui si sta giocando, di conseguenza non si gioca realmente assieme, ci si limita giocare contemporaneamente nello stesso posto senza condividere i progressi.
Il gioco è carente sia per contenuti che per qualità tecnica, con bug devastanti, errori di bilanciamento palesi e in linea generale un’esecuzione svogliata e pigra da parte della Bethesda, sia per quanto riguarda il comparto tecnico sia per quanto riguarda i rapporti con la sua stessa clientela (abbiamo già parlato in abbondanza del Bag-Gate per ritornarci sopra).
Se tutto questo non vi bastasse per definirlo il peggior gioco del 2018, sappiate che per il 2019 è previsto anche l’arrivo delle famigerate loot box!
Quello che davvero ci fa scuotere la testa è che Fallout 76 aveva le potenzialità per essere probabilmente in cima alla lista dei migliori giochi del 2018 e invece lo troviamo quaggiù in fondo.
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BRUTTA ANNATA?
Si, probabilmente molti dei titoli usciti sarebbero dovuti essere ritardati e fatti uscire nel 2019 dopo un lavoro più approfondito da parte degli sviluppatori. Non ci resta che sperare che il 2019 sia un anno migliore e che il prossimo anno si possano fare liste da 10 giochi migliori e solo 5 giochi peggiori (anche se la storia ci ha insegnato il contrario).
Se, dopo tutte queste porcherie, volete rifarvi gli occhi andate a vedere quali sono le liste dei 5 giochi migliori che abbiamo compilato in redazione:
I migliori giochi di Ruolo del 2018
I migliori giochi di Avventura del 2018
I migliori giochi sportivi del 2018
Malgrado abbia tradito un po’ le grandi aspettative non si può dire che fallout sia il peggiore gioco dell’anno.
Esistono sicuramente giochi tecnicamente peggiori, giochi con prezzi ancora più gonfiati e case di produzione ancora meno professionali, ma trovare un titolo con tutti questi elementi assieme contemporaneamente tra quelli AAA non è facile.
Pathfinder lo avevo preso al preorder, mi hanno fregato di brutto!
mai più nella vita.