Hitman 3 è l’ultimo capitolo della trilogia di World of Assassination che ora giunge alla sua fine inevitabilmente sanguinosa. In questi tre giochi, IO Interactive ha deciso coraggiosamente di creare un’esperienza, senza interruzioni nella storia, che fosse coerente dalla missione del tutorial alla conclusione.

In questo terzo capitolo riprenderemo nuovamente i panni dell’agente 47 nelle ultime missione della sua carrirera come sicario a pagamento e ogniuna di queste missioni finali è una dichiarazione da parte dello sviluppatore, che dimostra una padronanza del level design e una volontà di sovvertire le aspettative stabilite cinque anni fa. Hitman 3 non è probabilmente un buon posto per iniziare la serie di Hitman, ma è sicuramente un modo soddisfacente per dire addio.

Nota: Sappiamo che molti di voi lettori si aspettavano questa recensione da gennaio, ma all’ epoca eravamo molto occupati, appena potuto abbiamo rimediato.

Hitman 3 è disponibile dal 20 Gennaio per PlayStation 5, Xbox Series X / S, PlayStation 4, Xbox One, Switch, Stadia e PC.

Hitman 3 segue la filosofia dei due titolo precedenti: il giocatore viene inserito in una mappa fondamentalmente inesplorata con una serie di bersagli da eliminare, per il resta starà al giocatore stesso trovare il modo migliore per portare a termine la propria missine e andarsene senza lasciare tracce. In questo terzo titoli inizieremo già in grande con l’enorme grattacelo della prima missione (Dubai) che potremo esplorare in maniera metodica letteralmente per ore prima di fare fuori i nostri obbiettivi. Hitman 3 introduce nuovi elementi, incluso un gadget per la fotocamera, ma le aggiunte più notevoli sono le scorciatoie persistenti: sbloccando porte specifiche o accedendo a specifiche scale, quei percorsi alternativi resteranno aperti anche nelle successive run di quel livello, questo, unito alla possibilità di sbloccare punti di spawn alternativi, ci permetteranno di personalizzare la navigazione dei livelli per aumentare a dismisura la nostra efficienza come sicari. Alcune scorciatoie si trovano però in posizioni più rischiose, quindi dovremo soppesare sempre se il rischio di venire scoperti meriti o meno, tutto dipenderà dalle nostre capacità. IO Interactive realizza questo tipo di level design da anni ormai e in questo titolo dimostrano la loro esperienza lo dimostra. Quasi ogni missione introduce anche qualcosa che capovolge ciò che i giocatori di lunga data si aspettano, o almeno questa è l’impressione che abbiamo avuto. L’obiettivo finale di uccidere gli obiettivi della missione rimane invariato, ma Hitman 3 dimostra che c’è ancora molto spazio per una maggiore varietà di scopi. Una missione offre un lungo (e facoltativo) caso di omicidio da risolvere, mettendoci nell’insolito ruolo di investigatori privati oltre che in quello più classico per la serie dell’assassino. In un altra, inizieremo senza avere alcuna conoscenza delle identità dei nostri bersagli e dovremo osservare e ascoltare metodicamente le conversazioni prima di entrare in azione. Cinque dei sei livelli offrono una vasta gamma di opportunità di improvvisazione, mentre la missione finale è più lineare, ma non per questo meno soddisfacente.
Hitman 3 è, nella nostra opinione, una degna conclusione della trilogia, ma chi non è rimasto come noi affascinato dai titoli precedenti probabilmente non cambierà idea con il terzo capitolo. I suoi miglioramenti, benvenuti per quanto possano esserlo per i fan di lunga data, sono aggiornamenti incrementali piuttosto che i grandi balzi che oramai siamo abituati a vedere nei sequel più tradizionali. Il suo ritmo rimane lento e la tensione del gioco deriva dallo scivolare oltre le guardie inosservati più che dai frenetici scontri a fuoco. Ogni livello di Hitman 3 è di per se un rompicapo in cui il giocatore deve scoprire da solo come ottimizzare la sua esperienza. Queste sono le caratteristiche che hanno definito l’intera serie e non sono certo il concept più diffuso per un videogioco d’azione. La stessa storia del gioco si basa molto sui titoli precedenti, gran parte del peso emotivo e narrativo del gioco dipende dal fatto che il giocatore abbia giocato l’intera trilogia, il che potrebbe renderlo ostico per chi si approccia alla serie per la prima volta proprio con questo capitolo finale.