Ghost Recon: Breakpoint, il nuovo titolo Ubisoft, non è ancora uscito ma sta già causando un forte dibattito all’interno del suo pubblico potenziale. Vediamo quindi di chiarire quello che sta succedendo.
Oramai sta diventando la norma che ogni volta che un gioco tripla A viene annunciato ci debbano immancabilmente essere delle polemiche e il pubblico debba dividersi tra chi lo sostiene ciecamente e chi lo ritiene in più grande crimine contro l’umanità dopo i sandali infradito con i calzini.
Lo abbiamo visto succedere per Cyberpunk 2077 così come per Metro: Exodus. Gost Recon: Breakpoint non fa eccezione.
Per fare chiarezza sull’argomento e mettere le cose al loro posto, qui alla redazione di Passioni Digitali, abbiamo deciso di fare questo articolo elencando i pro e i contro del gioco in modo da lasciare che siate voi a prendere una decisione.
Tom Clancy’s Ghost Recon Breakpoint
SIGLE PLAYER in CO-OP
Sta facendo discutere la scelta di sviluppo di permettere al giocatore di avere invitare altri giocatori nella sua partita ma non permettergli di avere Companion controllati dai bot.
Ghost Recon: Breakpoint di base è un gioco Stealth il cui scopo è quello di narrare le avventure del Nomad dopo che questi rimane isolato in un territorio ostile. Per aumentare l’immersione del giocatore e farlo realmente sentire da solo senza aiuti in una situazione disperata il gioco non prevede la presenza di Companion il personaggio giocante sarà effettivamente da solo a vedersela con un esercito organizzato.
Fin qui niente di strano se non fosse che il gioco prevede una modalità cooperativa che permette ad altri giocatori di unirsi alla partita in corso grazie a un sistema di drop-in / drop-out, come le collaborative di Dark Soul, permettendo di svolgere le missioni assieme e di salvare i rispettivi progressi.
Nulla di male in tutto questo, giocare in gruppo è sempre più divertente che giocare da soli ma ci viene da chiedere perché al giocatore non è concesso di avere dei Companion gestiti dal sistema stesso, come nei titoli precedenti.
A voler pensare male sorge il dubbio che voler lasciare il giocatore senza Companion non sia un modo per aumentarne l’immersione, ma semplicemente un pretesto per coprire una scarsa resa delle IA.

ALWAYS ONLINE
Ghost Recon: Breakpoint richiederà una connessione internet costantemente attiva per giocare, anche in single player.
Quando Ubisoft, tramite l’account ufficiale del gioco, ha dichiarato che sarà necessaria una connessione internet costantemente attiva per poter giocare, la prima cosa che tutti hanno pensato è semplicemente “perché“?
Che si debba disporre di una connessione a Internet per il multigiocatore è ovvio, ma dato che questo gioco di per sé è un single player che prevede anche una modalità multigiocatore non si capisce per quale motivo si debba essere connessi a Internet anche per giocare in solitaria.
È probabile che la connessione costante sia dovuta al fatto che, per sincronizzare i progressi del proprio personaggio online per permettere il machmaking multigiocatore, il gioco debba costantemente trasmettere dati al server, ma non sarebbe stato più conveniente che la trasmissione dei dati venisse fatta solo quando l’utente decide effettivamente di usare la modalità multiplayer?
Probabilmente questo avrebbe fatto perdere qualche minuto in più ogni volta che si cerca di giocare online, ma avrebbe anche permesso di giocare in solitaria nel caso di connessione traballante, assente o semplicemente a consumo che non si vuole utilizzare nel caso non sia indispensabile.

IMMEDESIMAZIONE E IMMERSIONE
La creazione del personaggio verrà eseguita tramite un editor RPG, questa potrebbe non essere stata la scelta migliore in un gioco di stampo narrativo.
Ghost Recon: Breakpoint ci lascerà liberi di customizzare il nostro personaggio tramite un editor, in puro stile RPG. Dovremmo scegliere una classe e assegnare i punteggi alle caratteristiche in cui vorremmo specializzarci.
Normalmente una maggiore customizzazione del personaggio sarebbe un fattore positivo in modo da permettere al giocatore di interagire col gioco nella maniera che lui ritiene più efficace in base alle sue abilità in base al proprio gusto personale, ma visto l’approccio estremamente narrativo è puntato sulla verosimiglianza nel Gameplay, questa potrebbe non essere stata la scelta migliore.
Il gameplay sarà incentrato sulla verosimiglianza: il nostro personaggio sarà ferito e subirà la fatica in maniera molto più realistica di quello che potrebbe essere un Fallout, di conseguenza le differenze di abilità tra le varie classi diventeranno molto marginali: il cecchino sarà migliore degli altri a sparare, ma questo non renderà lo sniping una scelta non appropriata per nessuna delle altre classi.
Inoltre vista l’impostazione di stampo narrativo del gioco avere un protagonista senza una propria storia vorrà dire che l’unico personaggio realmente sviluppato sarà il nostro antagonista, con cui il confronto non diventerà mai personale non avendo noi un background pregresso ad aiutarci nel l’immedesimazione.
Questo approccio è uno di quei casi limite che farà la gioia degli appassionati di immersione narrativa, ma scontenta non poco chi vorrebbe un immedesimazione nel proprio personaggio.

Come sempre noi vi invitiamo a provare il gioco voi stessi e decidere da soli se queste criticità sono un problema per voi o meno. Attualmente è già disponibile il pre-order su Amazon.
Noi della redazione di passioni digitali per ora sospendiamo il nostro giudizio, ma stiamo seguendo intensamente le dichiarazioni di Ubisoft man mano che escono