Quando esce un gioco che ha attese abnormi come Fallout 76 è normale che il pubblico si divida in due: c’è sicuramente qualcuno che, anche senza aver visto nulla del gioco, lo disprezzerà e qualcuno che ne sarà interessato a priori.
Quando il gioco fu annunciato, oramai l’anno scorso, noi della redazione di Passioni Digitali finimmo nella seconda categoria, abbiamo anche scritto un articolo sui preview in cui elogiavamo l’idea di un nuovo titolo nella serie, questa volta orientato al multigiocatore, e abbiamo trovato interessante l’idea che tutti i contenuti dovessero essere creati da giocatori per altri giocatori.
Da appassionati dei vecchi titoli della serie eravamo tutti ansiosi di provare finalmente un’esperienza collaborativa all’interno dell’universo narrativo di Fallout e fino al lancio della B.E.T.A. eravamo tutti entusiasti, convinti addirittura che sarebbe stato il titolo in grado di trasformare il 2018 in un anno storico per il mondo videoludico.
Su quest’ultima previsione in realtà ci avevamo azzeccato anche se per il motivo esattamente opposto a quello predetto …
LIFE IS OLD THERE
La cosa probabilmente più frustrante del gioco è che le idee di base c’erano ed erano anche solide, ma il metodo in cui sono state implementate non è assolutamente quello che ci si aspetta da un gioco tripla A.
Più ore passate nel gioco più diventa forte l’impressione che questo non sia un nuovo titolo della serie Fallout (o comunque un nuovo titolo di una casa di produzione professionale). Sembra una Mod per Fallout 4, molto bene sviluppata, in cui un gruppo di dilettanti appassionati ha messo molta passione, ma comunque una mod.
La mappa del gioco è sterminata, quattro volte quella di Fallout 4 per dimensioni, purtroppo è infestata da asset riciclati con texture di bassa qualità presi com’erano dal predecessore e incollati in questo per come sembrava più conveniente.
Più si procede a esplorare la mappa, che per quanto vasta risulta stranamente vuota di contenuti rispetto a Fallout 4 e anche i precedenti titoli della Bethesda, più ci si accorge che c’è stata una precisa volontà da parte degli sviluppatori nel riutilizzare tutto quello che era possibile riutilizzare da Fallout 4 ,aggiungendo solo il minimo indispensabile quando era assolutamente necessario.
Alcuni scorci dell’Appalacia di Fallout 76 sembrano usciti direttamente dalla Boston di Fallout 4 o dal Main di Far Arbor. Se a questo aggiungiamo che la qualità grafica non è affatto migliorata da Fallout 4 e che già allora non brillava certo per la sua componente estetica, l’impressione generale che ne si ottiene è quella di star giocando a un gioco in early access o direttamente a un gioco uscito nel 2010.
Oltretutto le collisioni sono mal gestite e in molti casi le hitbox degli oggetti non collimano con gli oggetti stessi, rendendo molto facile trovarsi incastrati in qualcosa senza sapere esattamente in che cosa.
Ci sono numerosi problemi di caricamento, ci sono stati in molti casi errore di salvataggio per cui dei giocatori hanno perso il personaggio, l’intelligenza artificiale dei PNG spesso non funziona, il gioco presenta bug in ogni suo aspetto ed è talmente instabile da causare continui crash durante le partite sia lato server che lato client. Aggiungeteci anche che praticamente tutti i bug che già erano stati riscontrati in Fallout 4, molti dei quali erano stati fixati da dei modder indipendenti, adesso tornano a ripresentarsi.
Davanti a una situazione del genere noi non possiamo fare altro che allargare le braccia, se alla Bethesda non hanno neanche l’accortezza di copiare il lavoro che era già stato svolto per loro gratuitamente da altri, questo indica una mancanza di interesse totale nei confronti del proprio pubblico e della qualità dei loro prodotti.
Abbiamo aspettato dei mesi a far uscire questa recensione nella speranza che gli sviluppatori li risolvessero, poi abbiamo perso le speranze.
Può darsi che verranno risolti in seguito, ma oramai la Bethesda è fuori tempo massimo per salvare la faccia.

I ROAM AROUND, AROUND, AROUND, AROUND
Probabilmente il grosso problema del gioco, al di là della sua pessima resa tecnica, è che è estremamente noioso.
Quando Fallout 76 è stato presentato durante l’E3 era stato detto che si il titolo avrebbe supportato il multigiocatore, ma che sarebbe comunque stato possibile giocarci da soli. Il che è effettivamente possibile, nel senso che non c’è nulla che costringa il giocatore a giocare insieme ad altre persone. Anzi per certi versi, per come sono strutturate le quest, in realtà anche facendole in gruppo non potendo condividere i progressi con gli altri membri del gruppo non si sta giocando in squadra, si sta giocando da soli insieme ad altre persone.
Purtroppo però la natura delle Quest le rende ripetitive e prive di appeal se si prova a giocarle in solitaria.
Non essendoci Companion o PNG con cui interagire riceveremo le Quest praticamente solo a terminali di computer, ma se si toglie da Fallout la pletora di bizzarri personaggi post-apocalittici che hanno formato il cast dei comprimari nei titoli precedenti e di cui potevamo via via conoscere sempre meglio la storia e la personalità man mano che risolvevamo missioni per loro, tutto quello che resta per ricompensare i nostri sforzi è una manciata di tappi e qualche arma che molto probabilmente non potremmo usare perché di livello sbagliato o non adatta alla nostra build. Superata la prima dozzina di ore diventa evidente che tutto il gameplay del gioco si basa sul ricevere un incarico da un qualche terminale, recarsi in ne punto indicato della mappa, uccidere alcune ondate di mostri e poi ritornare al terminale per ricevere la nostra ricompensa.
Questo ciclo di ripetizioni infinite senza avere mai un personaggio con cui interagire rende l’intero gioco divertente come un turno alla catena di montaggio!
La mancanza di PNG nel ambientazione era stata dichiarata come una scelta stilistica da parte della Bethesda, in modo che tutte le altre persone incontrate sarebbero stati altri giocatori. Purtroppo però il gioco non fa nulla per incoraggiare l’interazione tra diversi giocatori, anzi, sembra studiato apposta per renderla il più difficile possibile.
I giocatori amanti del rischio possono provare a utilizzare la chat vocale interna del gioco che, oltre a rendere qualsiasi cosa detta ai propri amici udibile da chiunque si trovi nella zona (per decenza evitiamo di approfondire l’argomento ma vi assicuriamo che abbiamo sentito cose che voi umani …), in molti casi fa sorgere il problema della barriera linguistica, per molti giocatori è difficile esprimersi a voce in una lingua che non è la propria lingua madre sopratutto in un ambiente come quello videoludico in cui sono presenti abbreviazioni e acronimi sostanzialmente intraducibili.
Come alternativa la chat vocale ci viene fornita una sorta di ruota degli emoji grazie alla quale potremmo avere un’esperienza molto realistiche di quello che significa cercare di esprimersi a gesti, tra l’altro il numero molto limitato di queste emote rende difficile comunicare anche i concetti più fondamentali del gioco.
In pratica il modo migliore per giocare, senza che il tutto sembri un allucinatoria esperienza di lavoro in una fabbrica in cui nessuno parla la tua lingua, è dotarsi di un servizio di chat vocale esterno è giocare insieme a persone che già si conoscono. Sicuramente se si gioca in questo modo assieme ai propri amici l’esperienza diventa molto più godibile, bisogna però sottolineare il fatto che qualunque esperienza che si vive assieme ai propri amici è molto più godibile … gli amici servono proprio a questo …
L’aggiunta di quel tocco di elemento survival che stato è tenuto inserendo la necessità di dover mangiare e bere costantemente durante il gameplay, rende la collaborazione ancora più difficile. Spesso capita infatti di doversi fermare per rifocillarsi con la possibilità di rallentare gli altri membri del gruppo soprattutto se non si ha del cibo con sé ma bisogna girare per andarlo a cercare allungando i tempi per tutti.

I LOVE THOSE DEAR HEARTS AND GENTLE PEOPLE
Multigiocatore naturalmente vuol dire anche giocatore contro giocatore.
Qualsiasi gioco multigiocatore oggigiorno deve prevedere un Player versus Player, ma la Bethesda era perfettamente cosciente che lo zoccolo duro dei suoi fan veniva dai giochi per giocatore singolo e che le limitazioni del loro motore (il famigerato Gamebryo) non avrebbero permesso un PvP come quello che ci aspetterebbe in un gioco multigiocatore Open World. Non avrebbe però economicamente avuto senso eliminarlo e non permettere ai giocatori di attaccarsi a vicenda, lo sappiamo tutti che ci sono molti che apprezzano l’esperienza competitiva sui giochi di questo genere e per la Bethesda avrebbe voluto dire rinunciare ad accaparrarsi una nuova fetta di pubblico per Fallout da cui prima si era inevitabilmente esclusa producendo solo titoli Single Player.
Il compromesso a cui sono arrivati però ha semplicemente scontentato chiunque: per poter combattere contro un altro giocatore bisogna prima colpirlo praticamente non facendogli danni e poi aspettare che lui accetti la sfida colpendo noi a sua volta, solo a questo punto i due personaggi potranno effettivamente danneggiarsi a vicenda.
Nella pratica questo sistema rende impossibile tendere qualsiasi forma di agguato o anche solo cercare di attaccare un altro giocatore da una posizione sopraelevata o nascosta, dato che se l’altro giocatore non potrà colpirci in risposta semplicemente non potremmo fargli i danni. Anche se riuscissimo comunque a darci qualche vantaggio tattico il nostro avversario, campendo di non avere buone possibilità di vittoria potrà semplicemente salutare e andarsene, rendendo il sistema assolutamente insoddisfacente per chiunque sia interessato a un reale scontro tra giocatori in un ambiente post apocalittico. Dall’altra parte, a tutti i giocatori che non sono interessati al combattimento è successo di incontrare qualcuno che cerca lo scontro ad ogni costo e che comincia a colpirli a ripetizione o a saltellargli davanti cercando di dargli fastidio nella speranza che la sfida venga in qualche modo accettata, anche solo per frustrazione.
Oltre a questo a tutti prima o poi capita di sbagliare un colpo, magari quando si sta combattendo contro dei mostri, e colpire accidentalmente un proprio compagno di squadra. Poco male, tanto non gli si fanno danni, ma se nella frenesia dello scontro il compagno di squadra accidentalmente colpisce noi il gioco lo interpreterà come un duello accettato e quindi sia noi che il nostro compagno cominceremo a farci danni pieni durante lo scontro, il che continua a essere molto probabile dato che queste situazioni capitano quando di frequente quando stiamo sparando a un grande numero di nemici, aggiungendo un ulteriore complicazione a lavorare in gruppo in questo gioco che dovrebbe essere concepito come un multiplayer.

CIVILIZATION IS A THING FOR ME TO SEE
Quando nel preview del gioco abbiamo visto che c’era la possibilità di costruire il proprio accampamento, usando il sistema modulare con cui si costruiscono gli insediamenti dei Minutemen Fallout 4, abbiamo dato per scontato che sarebbero state create delle aree che facessero da hub per i giocatori in cui sarebbe stato possibile costruire i propri accampamenti, magari all’interno è un area fortificata, facendo in modo che i giocatori si trovassero tutti nello stesso punto per creare delle vere e proprie città post-apocalittiche come quelle che si sono viste negli altri giochi, in cui si sarebbero radunati quelli che sono a tutti gli effetti i coloni nella zona contaminata.
Purtroppo non è così: non solo nulla incentiva i giocatori a radunare i propri accampamenti nella stessa zona, ma anzi avere più strutture una vicino all’altra aumenta il rischio di bug e di perdere la struttura e i relativi materiali utilizzata per costruirla.
Non esiste neanche un concreto vantaggio nel costruire un edificio vero e proprio, la maggior parte dei giocatori si limita a mettere sul terreno i banchi da lavoro che gli servono e poi a ritirarli una volta che hanno finito di costruire quello che gli serviva. Questo, unito al fatto che più piccolo è l’accampamento più è facile raggiungere la propria cassa dell’inventario e a quello che creare strutture complesse è un’operazione che richiede molto tempo, molte risorse (e viene resa più difficile di quello che dovrebbe essere dal sistema mal progettato per crearle), porta inevitabilmente al fatto che vedere insediamenti di giocatori veri e propri accampamenti è abbastanza infrequente e in centinaia di ore di gioco non abbiamo mai visto, né sentito la necessità, di creare in gioco una vera e propria città di coloni come quelle che era molto frequente vedere nei precedenti titoli e attorno a cui nella maggior parte dei casi ruotava l’intera storia del gioco.

WHAT IF THERE WAS A PLACE WITH ALL THE ZIP OF NUKA-COLA?
Anche se tutti i problemi che abbiamo elencato finora non sono insormontabili la loro presenza contemporanea su un gioco lo rendono un’esperienza veramente difficile da apprezzare. Soprattutto quando, come sembra essere evidente, non c’è una volontà da parte dello sviluppatore di mettere mano al gioco per migliorarlo.
Ma anche volendo ipotizzare che in un futuro, magari tra qualche anno, la Bethesda rimetta mano al suo gioco, fixi tutti i bug, ricrei completamente la grafica delle texture e magari implementi sistema in modo da rendere veramente possibile il gioco in squadra comunque resterebbe un enorme problema: il tono!
L’idea alla base della saga di Fallout è quella di mostrare, con una forte dose di umorismo nero, l’orrore della guerra nucleare e le conseguenze che questa ha avuto sull’umanità e di come i sopravvissuti stiano ora lentamente ricreando la civiltà umana dovendo ripartire fondamentalmente dalle basi e di come queste nuove bolle di civiltà entrino in contrasto tra l’oro e con le lezioni che la storia del passato gli aveva impartito, il cosiddetto “Old World Blues”.
L’umanità in Fallout non ha solo distrutto il mondo, ne ha creato uno nuovo molto più pericoloso e ora non deve solo combattere con le creature mutanti generate alle radiazioni e dal virus dell’ evoluzione forzata, ma anche contro se stessa e contro la propria natura, con gruppi di potere che si formano e si contrappongono tra di loro per dominare su quello che resta delle rovine nel vecchio mondo e delle sue semi dimenticate meraviglie tecnologiche.
Quello che faceva amare l’ambientazione dai giocatori e che spingeva la gente a investire tempo nella sua esplorazione, era appunto la cruda brutalità con cui l’umanità veniva mostrata in tutte le sue sfaccettature attraverso le situazioni di gioco e attraverso i numerosi personaggi.
In Fallout 76 non ci troviamo più immersi in questa atmosfera cupa, il gioco non vuole presentare nessun tipo di spunto di riflessione o critica sulla natura umana, sembra più che altro di stare in un parco giochi in cui possiamo sparare a lattine a forma di mostri e tirarci bombe atomiche l’uno con l’altro giusto per farci quattro risate, come se la distruzione del mondo civilizzato non fosse altro che una scusa per organizzare una festa.
IN CONCLUSIONE
Cosa si può dire per tirare le conclusioni di questo gioco?
È uno Shooter con una pessima meccanica di combattimento, è un gioco collaborativo che rende molto difficile giocatori collaborare tra di loro, è un gioco uscito da pochi mesi che sembra un gioco uscito da un decennio, è un ambientazione post-apocalittica che non rende assolutamente l’atmosfera post-apocalittica, è un gioco di ruolo che non sente la necessità di avere una chiara linea narrativa ed è un sequel che si rifà solo vagamente ai capitoli precedenti, cambiando e storpiando come e quando gli pare.
Sembra che la stessa Bethesda non abbia idea di che cosa voglia fare con questo titolo.
Sicuramente è possibile per molti divertirsi con Fallout 76 nonostante tutti questi problemi, ma qualunque cosa vi piaccia del gioco noi vi consigliamo caldamente di guardarvi intorno molto probabilmente troverete un gioco che fa quella cosa in una maniera molto migliore di questo.
Ovviamente i nostri gusti potrebbere essere diversi dai vostri e noi incoraggiamo sempre a provare i giochi in prima persona!
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