Abbiamo già parlato di Evil Genius 2 nel nostro articolo di preview, ma ora che abbiamo potuto anche metterci sopra le mani per provarlo possiamo finalmente farne una recensione più approfondita.
Questo è il secondo titolo della serie, il primo è stato pubblicato nel 2004, e si prefiggeva di sfruttare nuove funzionalità e tecnologie per portare il suo concept a un pubblico moderno, tuttavia le meccaniche legnose e la progressione di gioco estremamente lenta e noiosa in realtà ne fanno una versione probabilmente inferiore dell’originale. Non si tratta di un gioco da scartare a priori comunque, nonostante le pecche ha introdotto anche alcune reali miglioramenti, in questo articolo cercheremo di darvi le nostre impressioni per far decidere a voi se l’acquisto merita o meno.
Evil Genius 2 è stato sia sviluppato che distribuito da Rebellion Developments ed è disponibile per PC.

Evil Genius 2: il core game
Cominciamo subito dalle cose più negative che ci siamo trovati davanti giocando a Evil Genius 2. La campagna principale è composta da una serie di missioni che porteranno il nostro genio malvagio verso il suo scopo ultimo, che è ovviamente la conquista del mondo tramite un apposito marchingegno apocalittico (ognuno dei quattro geni malvagi disponibili ha un suo marchingegno unico per riuscirci). Da premesse del genere ci si aspetterebbe che la campagna preveda una serie di piani malvagi, cospirazioni e segreti avvolti da altri segreti, magari con qualche colpo di scene preso dai trope delle spy story a cui il gioco si ispira, ma le sue meccaniche di limitate rendono sostanzialmente ogni missione identica a quella precedente.
Evil Genius 2 è limitato a sole 4 azioni per il giocatore: “catturare qualcuno”, “ricercare qualcosa”, “addestrare qualcuno”, “costruire qualcosa”.
Purtroppo esistene un limite molto basso al numero di volte che si possono ripetere queste azioni prima che tutto il gioco diventi ripetitivo.
Rebellion Developments ha cercato di ovviare al problema alla maniera dei giochi strategici, dando costantemente al giocatore qualche valore numerico da incrementare (servirà più potenza per le celle, più trappole per bloccare gli agenti infiltrati, più esperienza per i minion), ma questo ha senso in un contesto di grand-strategy dove le meccaniche fondamentali sono tenute semplici perché l’interesse del giocatore viene costantemente tenuto vivo dal dover rispondere al mutamento della situazione della mappa di gioco e alle varie strategie degli avversari. Evil Genius 2 è però un gestionale, il focus principale del gioco è gestire la nostra base. Questi meri aumenti numerici non bastano a rendere il core loop meno noioso: per quanto i numeri cambino, il giocatore continuerà a fare sempre le stesse 4 azioni a rotazione.
Con la ricerca è possibile sbloccare alcuni potenziamenti che fanno la differenza (come i minion che attaccano automaticamente o la possibilità di scavare la pietra dura), ma questi non sono disponibili se non dopo molte ore di gioco e soprattutto ore dopo che il giocatore ne ha avvertito la necessità. Sono ancora utili quando si ha la possibilità di sbloccarli, ma il ritmo della progressione veramente strozzato.
Alcuni obiettivi sono anche legati al completamento delle attività sulla mappa del mondo: un’astrazione che cerca di dare al giocatore l’impressione di avere il controllo globale, ma nella pratica si tratta soltanto di un minigioco click-and-wait: le interazioni sulla mappa consistono nel selezionare un punto di interesse e lanciare missioni per guadagnare denaro; è una noiosa combinazione di superficiale e necessario, che distrae dal loop principale, ma non abbastanza profondità per essere interessante.

Evil Genius 2: le cose positive
Evil Genius 2 non è un titolo completamente rovinato, anzi, alcune cose le abbiamo apprezzate.
Evil Genius 2 ha principalmente un suo fascino intrinseco, dando la possibilità al giocatore di dare sfogo alle sue abbiette tendenze malvagie, restando però in un contesto totalmente umoristico. E’ impossibile non essere solleticati dall’idea di diventare letteralmente un cattivo da cartone animato, come è impossibile non sghignazzare malvagiamente mentre gli agenti segreti infiltrati attivavano le trappole o provare un senso di rivalsa mentre si attiva il proprio marchingegno dell’armageddon.
La parte che riteniamo sia fatta meglio nel gioco é il tutorial di apertura, che introduce gradualmente una serie di diverse opzioni per la base segreta, dalla più semplice costrizione delle stanze e gestione del casinò a come addestrare le guardie per difendere i corridoi. Questo costante sblocco di nuove attività rende l’inizio di ogni run la parte più emozionante del gioco e crea un senso di aspettativa per come la nostra base segreta si svilupperà man mano che potremo aggiungere nuovi ambienti e opzioni. Sfortunatamente, una volta che tutte le tipologie di camere di base sono disponibili, tutto si ferma e, come abbiamo già detto, la maggior parte del tempo successivo la si passerà eseguendo lievi variazioni sulle stesse attività ripetitive.
L’ottimizzazione del layout della base e l’allocare la forza lavoro è comunque un interessante esercizio di micromanaging, per quanto ostacolato dalle meccaniche più noiose. Per questo motivo il nostro consiglio è quello di giocare esclusivamente in modalità sandbox dopo aver terminato il tutorial principale. Questa modalità offre risorse illimitate e sblocca da subito varie opzioni che normalmente richiederebbero ore di attesa prima di essere ottenute. Sebbene nella modalità sandbox manchi della narrazione lineare di una storia che spinge in avanti le azioni del giocatore, almeno consente di godersi il divertimento della costruzione del nostro impero malvagio senza molti dei fastidi che avremmo nella campagna.

in conclusione
Giocando a Evil Genius 2 non abbiamo potuto non pensare al Dr. Evil, l’antagonista di Austin Powers. Ovviamente il parallelo è molto semplice, l’intero gioco segue le stesse premesse della serie di film parodistici di Mike Myers, fare satira sui fil di spionaggio degli anni ’60, ma a noi è venuta in mente una scena specifica: il Dr. Evil, una volta risvegliatosi da 40 anni di ibernazione, ritorna a minacciare il mondo con un nuovo e migliorato piano malvagio e chiede ai potenti della terra un misero riscatto di “un milione di dollari”, a quel punto suo scagnozzo gli si avvicina e gli spiega come quella, che negli anni 60 era una somma spaventosa, dopo 40 anni di inflazione, sia una cifra ridicolmente bassa. Proprio come Dr.Evil, Evil Genius 2 è tecnicamente migliore al suo predecessore del 2004, ma confrontato con i titoli contemporanei dello stesso genere. Per quanto l’intento malvagio sia rimasta intatto, se non acuito, la sua resa meccanica è obsoleta sulla scena mondiale attuale.