Dungeons & Dragons: Dark Alliance, sviluppato da Tuque Games per la Wizards of the Coast, è stato pubblicizzato fin dall’inizio come il successore spirituale dei giochi della serie Baldur’s Gate: Dark Alliance usciti agli inizi del 2000. Anche in questo caso si tratta di un gioco di ruolo d’azione che si svolge nell’ambientazione dei Forgotten Realms, ma qui finiscono le familiarità tra la va vecchia serie di Black Isle Studios e questa nuova incarnazione: non c’è continuità narrativa tra la saga originale a questo titolo e il gameplay è estremamente divergente da quello originale.
In questa nuova versione di Dark Alliance vestiremo i panni di Drizzt Do’Urden, Catti-brie, Bruenor Battlehammer e Wulfgar, personaggi presi dai celebri romanzi di R. A. Salvatore impegnati nel compito di liberare un enclave nanica da una fastidiosa infestazione di Goblin, ovviamente le cose sono destinate a peggiorare prima del finale…

Dungeons & Dragons: Dark Alliance è disponibile per PC, PS4, PS5 e Xbox One o Series X

Dungeons & Dragons: Dark Alliance è un gioco che presenta alcuni problemi fondamentali che, a nostro parere, sono i sintomi di uno sviluppo affrettato da parte di Tuque Games.

La prima criticità di cui dobbiamo parlare è l’IA dei nemici, che ha evidenti problemi a reagire alle azioni dei giocatori. L’impressione che ci ha dato è che i nostri nemici fossero veramente “stupidi”, non c’è altro modo per dirlo. Una volta che uno dei PNG ha iniziato una routine continuerà a portarla a termine indipendentemente dalle circostanze, è estremamente facile ingannarli e costringerli a iniziare intere sequenze di attacco in una direzione per poi spostarsi di lato vanificando i loro sforzi, soprattutto quando li si attacca in gruppo. In un gioco in cui il gamplay previsto riguarda proprio il combattimento contro gruppi di mostri questo è un difetto estremamente grave.
Questo rende praticamente inutile lo scaling della difficoltà di gioco che viene suggerito dal gioco quando viene riunito il party, in base all’equipaggiamento dei personaggi. Nella maggior parte dei casi i nemici in Dungeons & Dragons: Dark Alliance non pongono nessuna difficoltà a meno che non vengano incontrati in grossi gruppi, situazione non così infrequente (è evidente che gli sviluppatori si siano resi conto delle scarse prestazioni della loro IA e abbiano cercato di compensare), ma che va a creare il problema opposto quando si gioca in solitaria: in ogni mappa arriva a un certo punto un momento in cui dovremo fronteggiare un vero e proprio assalto di dozzine di nemici contemporaneamente su varie ondate che, se si gioca da soli, diventa un ordalia fatta di correre in cerchio cercando di eliminare un nemico alla volta per venti minuti buoni, che più che mettere alla prova le abilità del giocatore sono un test della sua pazienza e che, in un certo senso, sono il vero boss di ogni livello dato che, per via dei problemi dell’IA, il livello di difficolta dei boss veri e propri è decisamente carente.

Se i nemici non brillano per intelligenza non è la varietà a salvarli, esistono meno di una dozzina di modelli per i PNG, goblin, verbeeg, troll, cultisti e poco altro, molti dei quali sono a loro volta minime variazioni di modelli di base. Stesso discorso vale per la maggior parte dei Boss che sono versioni con più vita e attacchi più potenti dei normali nemici, che mantengono gli stessi attacchi (e la stessa pessima IA) dei nemici normali. in pratica sono solamente mob potenziati con un nome appiccicato sopra la testa.
Gli ambienti suscitano la stessa senzazione deja vu continuo. Probabilmente l’idea era di legare tutti gli ambienti ad un unico tema dato che la storia del gioco si svolge interamente nella stessa regione di Icewind Dale, ma l’impressione che ci ha lasciato è stata quella di aver percorso indefinitamente la stessa falesia sotterranea piena di casse generiche, con pavimenti di ciottoli e sporgenze ghiacciate. Va però detto che design dei livelli funziona sorprendentemente bene sia in singolo che in multiplayer: le mappe sono facilmente navigabili e hanno anche delle aree “segrete” in cui si può racimolare qualche drop in più dai bauli nascosti.

Dungeons & Dragons: Dark Alliance, per quanto ci riguarda, fallisce in tutte le sue premesse: Il suo gameplay è approssimativo, i suoi ambienti ripetitivi e i suoi nemici noiosi. Abbiamo volutamente evitato di parlare della storia per non fare spoiler indesiderati, ma anche su quel frangente non ci sarebbe nulla di realmente interessante di cui parlare a dire il vero. Noi comunque consigliamo sempre di provare i giochi in prima persona e di farsi una propria idea, per quanto ci riguarda però questo è probabilmente uno dei giochi che meno ci hanno impressionato di quest’anno. Gli appassionati di D&D possono comunque rifarsi con Baldur’s Gate 3.