Destroy All Humans, pubblicato originariamente nel 2005 dall’ormai defunto Pandemic Studios, è stato un gioco notevole, ma non regge alle moderne convenzioni di gioco, questo lo ha reso un candidato perfetto per un remake. Ne avevamo gia parlato in un precedente articolo di prewiew, lo sviluppatore Black Forest Games ha affrontato un remake beat-by-beat di Destroy All Humans 15 anni dopo la sua uscita originale che è finalmente stato pubblicato la settimana scorsa (28 luglio 2020 n.d.r) e noi della redazione non abbiamo aspettato a rituffarci nel passato per provarlo. Il Remake è estremamente competente e vivace, considerando che questo è un franchising che significa molto per alcune persone, tuttavia forse ci saremmo aspettati più libertà creativa da parte di Black Forest Games Il gioco è disponibile per PC, PS4 e Xbox One.
In Destroy All Humans Jingoismo and McCarthyismo imperversano, dando una pennellata di umorismo nero alla fantascientifica anni ’50 che è l’estetica dominante del gioco. Raramente un videogioco ha le sue intenzioni così esplicite nel titolo. Destroy All Humans (Distruggi tutti gli umani) si concentra davvero solo sulla distruzione di tutti, proprio tutti, gli umani. Dopo che l’alieno Crypto-136 è stato rapito e ucciso dal governo degli Stati Uniti che vogliono usarlo per ricerche militari segrete, Crypto-137, il suo clone, parte per una missione personale per vendicare la morte dei suo progenitore. La storia però si complicherà quando la misteriosa agenzia ombra Majestic cercherà di prendere il controllo dell’America e cercherà di nascondere ed eliminare la minaccia aliena. Ci sono strati nella teoria della cospirazione, poiché i riferimenti alle teorie del complotto non sarebbero completi se la Majestic, attraverso la sua la propaganda, non cercasse di far cadere la colpa di tutto sui comunisti. I combattimenti sono parecchi, ma si risolvono tutti in maniera estremamente veloce. Lo stile di gioco è estremamente arcade e il nostro Crypto continuerà a far esplodere ondate su ondate di nemici, inizialmente poliziotti, per poi passare ai militari e infine agli stessi uomini in nero della Majestic, che respowneranno molto rapidamente. L’arsenale di Crypto-137 comprende i suoi poteri alieni telecinetici con cui potrà scagliare in giro cose e persone, ma si appoggia principalmente su una raygun multiuso che può essere usato per sparare elettricità, colpi di disintegratore, granate a detonatore di ioni e, sì, ovviamente sonde anali. C’è un po ‘di modernizzazione nel remake che rende tutto questo massacrare umani meno ripetitivo più appagante. Soprattutto, Black Forest Games ha fatto un buon lavoro reinventando il design dei livelli nelle sei fasi del gioco. Tutto è molto più denso e più vivace, e questo rende la magnitudine della distruzione in Destroy All Humans ancora più imponente. Inoltre, il remake introduce il multitasking in modo che Crytpo possa sparare, usare i poteri di telecinesi e risucchiare contemporaneamente i cervelli nemici, dopotutto il progresso porta all’ottimizzazione… Tutto ciò è integrato con una carneficina di un livello superiore, letteralmente: In Destroy All Humans bisognerà dividere il nostro tempo tra il combattimento a terra e quello in volo, Crypto potrà infatti anche richiamare UFO con cui far piovere “raggi della morte” e “nuvole termonucleari quantistiche decostruttrici” sulla popolazione. Il combattimento ha un suo ritmo molto serate e una volta che ci si impratichisce con i poteri alieni di Crypto diventa una vera e propria danza.
La meccanica più interessante di Destroy All Humans si presenta sorprendentemente spesso: Crypto ha la capacità di mascherarsi come un “Holoblob”, assumendo l’aspetto di un essere umano (supponendo che nessuno lo abbia visto mentre si trasformava). Attraversando la folla, leggendo i pensieri delle persone per mantenere il travestimento, schivando i dispositivi di disturbo anti Holoblob abbiamo avuto l’impressione di trovarci in una storta di versione bizzarra di Assassin’s Creed in cui dovevamo alternare momenti in cui noi eravamo l’aggressore con altri in cui dovevamo girare incappucciati per non farci scoprire. Sicuramente queste sono due modalità di gioco antitetiche tra loro, ma a Black Forest hanno fatto bene il loro lavoro e questa dicotomia rende il gioco ancora più avvincente. I miglioramenti apportati alla versione originale di Destroy All Humans non si fermano qui comunque: nel gioco è stato inserito un albero di potenziamento molto più profondo, obiettivi opzionali in ogni missione, un’abilità “trasmogrificante” per trasformare oggetti in munizioni e quattro distinte sfide di gioco in ogni fase. Lo sviluppatore però non ha cambiato nulla nel ciclo principale del gioco rispetto all’originale, ogni missione è uguale a quelle della versione originale del 2005. Sono molto brevi, molto facili e, purtroppo, molto dimenticabili. Se il gamplay è stato aggiornato ai gusti di un giocatore contemporaneo, la narrazione è rimasta saldamente ancorata al minimalismo di inizio secolo. Sarebbe stato bello vedere Black Forest dimostrare più estro e imprimere davvero il segno su questo progetto, invece sembra più di trovarsi in una remaster molto ambiziosa piuttosto che un vero e proprio remake. È un peccato che lo sviluppatore si sia tanto impegnato a modernizzare tutti gli altri aspetti, ma non la struttura narrativa del gioco. Destroy All Humans è nella strana situazione di essere un gioco allo stesso tempo molto nuovo e molto vecchio. E’ comunque probabile che, se avessero aggiornato anche la storia, ci sarebbe stato chi avrebbe urlato allo scandalo e al fatto che il gioco fosse stato snaturato. Se non altro, questo remake che ha fatto pensare che Destroy All Humans sia ancora una proprietà intellettuale sfruttabile e che un gioco nuovo di zecca potrebbe non essere una cattiva idea, non escludiamo quindi che tra qualche anno saremo qui a scrivere di un seguito.