Con Demon’s Souls, FromSoftware, nel 2009 ha inaugurato un’era di videogiochi di ruolo d’azione frenetici che sono definiti da un’incredibilmente dettagliata costruzione del mondo di gioco, splendidi ambienti in cui muoversi e epiche battaglie con i boss in cui sono centrali le scelte del giocatore. Durante un periodo in cui i giocatori erano sommersi da lunghi tutorial e un gameplay fortemente guidato, Demon’s Souls ci ha permesso di esplorare, scoprire e trionfare contro avversari incredibilmente pericolosi. Oggi, il remake di Bluepoint Games dell’originale per PS3 di FromSoftware mostra rispetto e aderenza al classico, fornendo al contempo un’avventura completamente nuova a coloro che sono entrati nella serie in seguito.
Per ora il gioco è un esclusiva PS5, ma ci sono già rumor riguarda una futura release per PC
Demon’s Souls richiede che il giocatore sia curioso, attento e audace. Si tratta di scegliere il momento perfetto per una schivata o un affondo frenetico e di avere l’autocontrollo per non cadere preda dell’avidità e aspettando il momento giusto per infliggere il colpo finale. Si tratta di trasformare una cacofonia di movimenti sconnessi in un jazz armonioso, per spingersi sempre più avanti attraverso draghi mortali, cavalieri brutali e vili negromanti. Le sudate vittorie, spesso dopo molti tentativi falliti e cambi di strategia all’ultimo momento, sono momenti che non si dimenticano facilmente.
Scegliere come ottenere le proprie vittorie è una parte importante del divertimento. Sia che si scelga di combattere con uno scudo e un’armatura pesante, di attaccare il nemico con salve magiche o di correre in cerchio pugnalando i nemici alle spalle e lanciando frecce, tutto è nelle mani del giocatore. Per quanto difficile, Demon’s Souls con veramente poche scelte intrinsecamente sbagliate.

Nel suo Demon’s Souls, Bluepoint ha saggiamente scelto di apportare solo modifiche minime, i veterani del gioco riconosceranno subito il gameplay inconfondibile, per chi invece ha cominciato a seguire la serie solo dai titoli successivi dobbiamo premettere che probabilmente gli scontri con i boss saranno relativamente più facili rispetto a Dark Soul, ma che la navigazione attraverso la mappa e i gruppi di mob saranno più lunghi e impegnativi.
L’abile rielaborazione di Bluepoint consente una tecnologia aggiornata per quello che riguarda il comparto grafico, probabilmente ad oggi è il più “bello” dei soul, ma per il resto si limita solo ad alcuni minimi migliorammeti dell’ interfaccia per adeguarda allo stile più fluido dei titoli contemporanei
Uno dei principali cambiamenti apportati da Bluepoint è l’alterazione del numero di oggetti curativi che possono essere trasportati. Questo praticamente non altera l’esperienza nel PVE, la scorta di cure che potremo portarci dietro sarà comunque enorme, ma probabilmente avrà un impatto significativo sulle interazioni PVP online. I giocatori non sono più in grado di trasportare quantità assurde di consumabili quando invadono altre persone. Per chi non ha voglia di essere massacrato da qualcuno che cerca di rendere un gioco già intenso ancora più estremo, ricordate sempre che il PVP può essere disattivato e la propria partita resa privata.
Usando il sistema delle Archstone, ci si può da un mondo all’altro a piacimento, il che significa che gli incontri e i boss possono essere affrontati nell’ordine che si preferisce e, se si decide che la difficolta non è mai troppa, si potrà anche avventurarsi in aree che sono tecnicamente di livello più alto di quello che il nostro equipaggiamento consentirebbe lasciando completa libertà al giocatore anche nel caso volesse fare scelte “controproducenti”. Questo non è un nuovo sistema, ma è diverso dalla costruzione dei giochi Souls che sono venuti dopo.

Demon’s Souls remake aggiunge un po’di luce e visibilità ad aree umide e decrepite come la Valley of Defilement. Ti girerai ancora e ti perderai nel fango velenoso e vagherai lentamente nell’oscurità finché non morirai? Assolutamente. I nuovi Fat Officials sembrano strani se ti sei abituato al vecchio design? Si certo.
La creazione di Bluepoint si prende alcune libertà con la direzione artistica, cosa che potrebbe far strcere il naso ai puristi, ma la reimmaginazione generale è vibrante e sicuramente impressionante. La bizzarra maestà del Re della Tempesta sotto la pioggia scrosciante, le prigioni labirintiche, le guglie di Latria e le profondità dei Tunnel di Stonefang risplendono in modi nuovi e caratteristici. Questi non sono solo livelli; si ha davvero l’impressione di muoversi in mondi reali, il tutto è servito a 60 frame al secondo costanti che fanno anche un’enorme differenza in termini di combattimento reattivo e fluido rispetto all’originale.