Tinder e Lovoo sono senz’altro le migliori dating app, le più conosciute in Italia, ma non sono sicuramente le uniche: in questo articolo ne vedremo delle altre cercando di spiegarne la funzionalità.
Tinder è, senz’altro, la migliore delle migliori dating app. Rilasciata nel settembre 2012, si è fatta strada nel settore soprattutto grazie al suo layout facile e intuitivo. Funziona molto semplicemente: basta attivare il GPS e selezionare il raggio di chilometri entro il quale si desidera trovare le persone da conoscere, il genere al quale si è interessati (uomo/donna) e la fascia d’età. Per rendersi più appetibili, si può arricchire il profilo con le foto migliori, collegare un profilo Instagram e un account su Spotify. Completato l’account, si può andare a selezionare le metà della mela, che appariranno random, dalla pagina principale con delle semplicissime gesture: lo swipe (scorrimento) verso destra su un profilo equivale ad un “like”, mentre quello verso sinistra, al contrario, lo scarterà definitivamente. Qualora uno dei “like” verrà ricambiato, si otterrà una “compatibilità” e si potrà quindi avviare una chat istantanea con la probabile anima gemella. Non mancano inoltre i contenuti acquistabili in-app: “Boost” consente di apparire più facilmente ai profili che rientrano nei filtri d’interesse; “Superlike” ci permette di mandare una notifica diretta senza aspettare che il nostro profilo venga visualizzato casualmente.
Molto simile a Tinder, Lovoo, l’altra dating app più famosa, offre la stessa dinaminca riguardante i servizi di geolocalizzazione ma con una piccola differenza: la possibilità di selezionare profili interessanti in una schermata chiamata “Radar”. I profili visualizzati saranno, ovviamente, coerenti alle preferenze (distanza, sesso e fascia d’età). Altra funzionalità particolare è quella che consente di vedere una miniatura dei profili dai quali si è visitati o dai quali si ricevono “like”, ma attenzione: per visitare i profili completi in questione bisogna spendere dei “crediti” accumulabili giornalmente o sbloccare un abbonamento Pro a pagamento. E’ possibile inoltre inviare “Icebraker”, dei messaggi per sciogliere il ghiaccio, senza necessariamente avere un match: il numero degli Icebreaker consentiti è limitato ma anche questa feature è sbloccabile con l’abbonamento Pro.
Badoo è la più anziana delle dating app, vanta infatti più di 300 milioni di iscritti. Ormai è chiaro come funziona questo genere di applicazioni, tutte si basano sulla geolocalizzazione, utile per restringere i campi dove trovare l’amore, ma Badoo offre la possibilità di impostare una località differente a quella in cui ci si trova, in modo da cercare persone interessanti con le quali relazionarci anche, ad esempio, se si sta per partire per un viaggio. L’offerta di questa Dating-app prevede, anche se da poco, proprio per uniformarsi alle migliori app di messaggistica istantanea (Whatsapp, Messenger e Telegram su tutte), la Videochiamata e, proprio come con Lovoo, la possibilità di passare alla schermata “radar”. Anche Badoo gode, ovviamente, di un servizio premium a pagamento indirizzato unicamente ad apparire in prima linea agli altri utenti.
Happn è, a mio parere, molto sottovalutato, penso sia rivolto a persone che soffrono di “innamoramento facile” e non possono fare a meno di sapere chi è la bionda vista di sfuggita la sera prima. Happn, una volta attivatao il GPS, fondamentale per ogni dating app, fa sì che tutte le persone in possesso dell’app che “si incontrano”, mentre passeggiamo per le vie del centro, vengano visualizzati in tempo reale nella Timeline. Quando si trovano dei profili interessanti, basta toccare l’icona a cuore sulla miniatura del profilo e, se il cuore dovesse essere ricambiato, sarà possibile iniziare dialogare in chat. Happn offre la possibilità, molto simile a Lovoo, di inviare un “Charm” per fare a meno di attendere che il “cuore” venga ricambiato. Anche in questo caso, i “Charm” gratuiti non sono infiniti: per averne a disposizione degli altri bisognerà procurarsi un abbonamento premium a pagamento.
Once è una dating app è totalmente diversa dalle altre poichè non ha un meccanismo basato sulla distanza degli utenti. Once, come suggerisce il nome, ci offre la possibilità di metterci in contatto con una persona soltanto ogni giorno: a mezzogiorno spaccato si avrà la possibilità di entrare in contatto con un profilo viceversa. Ora si potrà esprimere interesse o saltare il match, se l’interesse dovesse essere reciproco, anche Once offre la possibilità di chattare direttamente dall’applicazione. Ma Once, come può far sì che si venga abbinati a qualcun altro senza alcun tipo di “filtro”? Semplice: in base al gusto estetico o agli interessi che si possono sincronizzare con Facebook. Si è liberi di migliorare la percezione di Once per il partner perfetto attribuendo voti da 0 a 5 stelle ai profili degli utenti reali.
Tinder, Lovoo, Badoo, Happn, Once e chi più ne ha più ne metta. Queste dating app sono studiate per “facilitare” la vita sentimentale delle persone, anche se si perde tutto quel che di magico c’è nelle relazioni. Prima della nascita delle dating-app, quando si domandava, ad esempio, ad una coppia: “Come vi siete conosciuti?”, dalla risposta potevano trasparire sfumature di felicità e sicuramente nessuno, ad oggi, ammetterebbe mai di aver conosciuto persone “Su Tinder”, o no? Piuttosto si tende ad inventare circostanze più o meno veritiere: “Ci siamo incontrati lì, a quell’ora: è stato un colpo di fulmine!”. Ma sono davvero utili? Oppure potrebbero evolversi ancora? In un’era in cui i diritti civili sono sempre più inalienabili come, ad esempio, quelli verso l’omosessualità, perchè non alzare ancora un po’ l’asticella e rendere sempre più adatte a fette sempre più ampie di utenti queste applicazioni?