Cloudpunk, il nuovo prodotto della ION LANDS, è difficile da definire. Retrofuturistico? Simulazione di volo? E’ difficile dirlo senza provarlo, non è tanto il gioco in se, ma è l’esperienza a contare.
Le automobili volanti sembrano essere diventate un ricordo del passato. Ci era stato praticamente promesso dalla fantascienza degli anni ’50 che un giorno saremmo volati sopra le strade si sfreccianti bolidi aerei, sospesi in aria tra enormi grattacieli illuminati da neon.
Ma è stato solo un bel sogno. Film come “Bladerunner” e “Il Quinto Elemento” offrono una sbirciatina allettante nell’incubo del traffico aereo che sono le automobili volanti, ora lo abbiamo accettato, decisamente non è una buona idea. Le persone riescono a malapena a guidare quando hanno quattro ruote, metterle a centinaia di metri in volo significherebbe solo moltiplicare i danni ogni volta che falliscono un parcheggio parallelo.
ION LANDS ha invece deciso di sviluppare un gioco basato proprio su quello’estetica che non abbiamo visto molto nei videogiochi. Cloudpunk è essenzialmente Flying Car: The Game, e non fa nulla per nasconderlo, non viole essere rivoluzionario nel suo gampley, ma nella resa estetica del suo mondo.
Cloudpunk e disponibile per PC, Nintendo Switch, Xbox One e PS4

Benvenuti a Nivalis, patria delle collisioni a mezz’aria!
Rania, il nostro avatar, è una nuova cittadina di Nivalis, una città di imponenti grattacieli e strade nuvolose, dove sembra non smetta mai di piovere. Ha dei problemi finanziari e quindi accetta un lavoro come corriere per una compagnia di spedizioni di prestigio, la Cloudpunk.
Alla Cloudpunk ci sono solo due regole: non perdere una consegna e non chiedere mai cosa c’è nel pacco!
Diciamo che la seconda è più una linea guida e non verra mai, mai rispettata…
Il ciclo principale del gioco implica generalmente andare in un luogo per ritirare un pacco e quindi viaggiare verso la sua destinazione di consegna. Tutto molto semplice, vero? No, non è così semplice, ma questo è il nocciolo della questione. Il gioco è suddiviso in due modalità: volare e camminare. Faremo volare la nostra auto, dovremo trovare un parcheggio e poi potremo scendere. Una volta a terra saremo liberi di raggiungere i commercianti o parlare con i passanti sulla strada e ovviamente portare il nostro pacco fino alla consegna.
Può sembrare piuttosto noioso, ma anche solo passeggiare per la citàà è un esperienza emozionante, il gioco è assolutamente stupendo, realizzato in un artistico stile voxel, non nel senso tradizionale di spingere al massimo poligoni, ma piuttosto nella sua estetica. La città, decisamente influenzata dal cyberpunk, è ben realizzata, strappata direttamente da Bladerunner. Insegne giganti brillano da edifici mostruosi, macchine volanti sfrecciano in file attente, luci abbaglianti illuminano le finestre, la città è bagnata da una pioggia eterna; è un piacere visivo. La città è vivace e credibile, anche con tutti i suoi elementi fantastici e il tutto è condito con una colonna sonora vaporwave squisitamente a tema.

Una parte importante del problema è che nessuno dei personaggi è particolarmente interessante, e alcuni di loro sono semplicemente fastidiosi, creati in maniera talmente palese come strumenti per la costruzione del mondo, che ognuno di loro ti fornirà un ampio retroscena, indipendentemente dal fatto che tu voglia starli ad ascoltare o no. I problemi di tutti verranno scaricati sulla povera Rania (e quindi su di noi) in modo inesorabile e pochi di questi sono così interessanti da valerne la pena.
Nonostante tutti i dialoghi, il gioco non ha molto da dire. Il Cyberpunk è di solito una piattaforma per esaminare lo strapotere delle multinazionali, il divario tra ricchi e poveri o il transumanesimo in generale. In Cloudpunk la storia fa solo intravedere questi temi più grandiosi, ma non si impegna a esaminarli. Le Megacorporazioni gestiscono tutto in un sistema corrotto, ma non viene mai mostrato come questo influenzi davvero le persone. I ricchi dominano sopra i poveri, ma a parte lo snobismo costante, non sembrano peggiorare le cose per nessuno. Gli automi si battono per la parità di diritti, ma non abbiamo mai avuto l’improssione che questo fosse un nostro problema.
La narrazione in generale è szoppicante, manca di tensione, l’antagonista centrale esiste per lo più sullo sfondo e, come detto, come molti degli altri personaggi non è affatto interessante: non è del tutto cattivo, volendo ha i suoi pregi, nel complesso non è avvincente e francamente dimenticabile.
Anche la recitazione vocale ha gravi problemi. I personaggi principali sono almeno passabili, ma ogni tanto ci si imbatte in una performance quasi ridicola. il punto più basso per noi è stato un personaggio bambino che sembrava un adulto perfettamente normale con il tono di voce fosse stato picciato verso l’alto come a un chipmunk.

Cloudpunk è sicuramente un gioco che vale la pena vedere, ma oltre a questo, non c’è molto per sostenere la sua estetica cyberpunk. Volare in giro con la tua macchina volante è una gioia e la città è un piacere visivo costantemente sorprendente, ma ogni volta che il gioco riesce a fornire un contesto a tutto ciò, inciampa.